[RECENSIONE]yugioh tag force 2

« Older   Newer »
  Share  
itachi forever 1992
view post Posted on 24/3/2009, 14:07




Yu-Gi-Oh GX Tag Force 2 è l’esatta fotografia del suo predecessore sia nei pregi che nei difetti, addirittura peggiore per certi versi. Se la Modalità Storia del suo predecessore era risultata tremendamente insulsa e priva di spessore, ora tale accenno di trama viene del tutto negato attraverso la soppressione di qualsiasi dialogo utile che non sia riferito ad argomenti come le carte e i duelli: in realtà la facoltà di parlare con gli altri characters non è stata del tutto eliminata ma, essendo solamente fine a sé stessa, vi accorgete presto di quanto sia superflua nell’economia di gioco. Girare per la scuola facendo domande futili agli studenti era di per sé snervante, ma il susseguirsi di giorni uno identico all’altro (fatta eccezione per la domenica, giorno di torneo) il cui solo fine ultimo è quello di trovare qualcuno con cui duellare e partecipare alle lezioni non è certo stimolante. Paradossalmente, in un ambiente gremito di interlocutori estrosi, l’unico ad essere anonimo è proprio il personaggio controllato dal giocatore che, nome a parte, non può essere personalizzato in alcun modo; una scelta che si rivela nuovamente infelice poiché limita notevolmente il senso di appartenenza dell’utente al contesto ludico.
Diversamente a quanto accadeva nel precedente capitolo, la scelta del compagno con cui condividere i duelli di coppia avviene ora in maniera diretta all’inizio del gioco e, cosa più importante, tra i personaggi più amati della serie televisiva le cui già folte schiere sono state rimpolpate dalla presenza i studenti provenienti da tutto il globo (Adrian Gecko, Axel Brodie, Jim Crocodile Cook, Jesse Andersen) e dall’inclusione di alcuni volti familiari come Aster Phoenix e Tiranno Hassleberry. Questo radicale cambiamento rispetto alla struttura originaria spiega in parte le motivazioni che hanno spinto il team di sviluppo ad abbandonare le vecchie opzioni di conversazione privilegiando un unico rapporto duellante/partner sin dall’inizio. Anziché entrare nelle grazie degli altri, stavolta è infatti necessario coltivare e rafforzare il legame con il personaggio scelto duellando, prendendo buoni voti a scuola o semplicemente comprando panini al proprio amico; sistema questo abbastanza puerile e semplicistico ma che si intona perfettamente al concept al quale è ispirato. Le infruttuose fasi di esplorazione, non più volte al reclutamento di alleati bensì alla ricerca di avversari, non hanno subito alcun cambiamento sostanziale, com’era invece auspicabile, e vestono nuovamente i panni di una sgradevole interruzione tra un combattimento e l’altro: l’unico stimolo ad esplorare ogni angolo dell’Accademia è costituito dal ritrovamento di carte da gioco all’interno delle location, un espediente che da solo non può certo cancellare la monotonia perlustrativa né tantomeno la limitatissima libertà movimento imposta dalle modeste dimensioni delle aree.Una delle aggiunte su cui vale la pena di soffermarsi prima di passare al vero cuore pulsante del gioco (le carte ovviamente) è l’introduzione di minigiochi, camuffati da lezioni speciali. Per dare più slancio all’avventura singola, Konami ha pensato bene di inserire qua e là delle prove di abilità che esulano, in toto o in parte, dalle ferree competenze tecniche legate al Duel Monster: versioni rivisitate di Palla Avvelenata, BlackJack, Snake e addirittura Reversi, antichissimo gioco da tavolo meglio conosciuto come Othello in cui ogni giocatore posiziona le proprie pedine sulla griglia in modo tale da averne più del proprio avversario alla fine della partita. Oltre ai simpatici passatempi appena menzionati, troviamo una sidequest leggermente più articolata, Visitatore degli Abissi, che sostituisce le normali lezioni quotidiane con l’esplorazione di veri e propri dungeon brulicanti di tesori, oggetti e nemici con cui duellare per poter accedere ai livelli più reconditi della struttura: tutto sommato si tratta di buoni espedienti per spezzare una struttura di gioco altrimenti lineare e prevedibile che affida totalmente il proprio gameplay, com’è giusto che sia, all’omonimo gioco di carte che ha fatto impazzire giocatori di tutte le età.
Ferme restando le stesse regole di base che hanno contraddistinto il suo predecessore così come il gioco vero e proprio, non c’è da meravigliarsi che si tratti (ancora una volta) di un prodotto scarsamente fruibile alla totalità degli utenti. Malgrado i notevoli sforzi operati per venire incontro ai neofiti, Yu-Gi-Oh GX Tag Force 2 richiede sicuramente una buona preparazione di base per poter essere apprezzato e capito a fondo soprattutto da chi non ha alcuna esperienza in fatto di carte. Acquisire dimestichezza con le regole e le leggi che governano gli scontri richiede tempo e fatica e non sempre l’impegno profuso viene ripagato dal successo sul campo di battaglia: imparare a gestire i parametri e gli effetti di oltre 2.800 tipi di carte non è certamente un gioco da ragazzi ed altrettanto difficile è la scelta delle linee strategiche da applicare al proprio Deck e ai duelli in generale.
Nemmeno la nuova opzione Pesca del Destino, grazie alla quale si prende una carta in grado di ribaltare le sorti dell’incontro, riesce ad ovviare ad una struttura di gioco così complessa tanto più che in certi casi, sembra persino che l’avversario, indipendentemente dalle nostre mosse, abbia sempre e comunque la carta che vanifica ogni nostra azione. Tali problematiche, del tutto infondate per gli esperti in materia, costituiscono un ostacolo non indifferente all’acquisto di questo titolo; uno scoglio che solo un giocatore armato di pazienza e tanta tantissima costanza avrà la forza (ma soprattutto la voglia) di superare. Nulla di nuovo per quanto riguarda il comparto tecnico. La grafica cartoonesca del primo capitolo viene riproposta in tutta la sua semplicità visiva senza tuttavia nulla aggiungere o togliere a livello di dettaglio e differenziazione stilistica degli scenari. Tutta la cura grafica del titolo sembra incanalarsi nella realizzazione delle carte, fedelissime riproduzioni di quelle reali sia nell’aspetto che negli effetti. Di buona fattura sono inoltre gli artwork dei personaggi ma lo stesso non può dirsi delle scene animate inserite i duelli che, nel maldestro tentativo di emulare la controparte televisiva, appesantiscono le battaglie e infastidiscono lo sguardo con un effetto di aliasing piuttosto marcato. Se tali sequenze fortunatamente possono essere disabilitate, i lunghi e frequenti tempi di caricamento ai quale siamo costantemente sottoposti vanno ad infoltire la schiera dei difetti tecnici che trovano il loro apice nel reparto sonoro. Nonostante una discreta localizzazione italiano, inquinata di tanto intanto da qualche parola o frase in lingua straniera, la colonna sonora ricicla impunemente gli stessi insulsi brani del capitolo precedente. Davvero deplorevole.
 
Top
0 replies since 24/3/2009, 14:07   17 views
  Share